di gabriele bianco [user #16140] - pubblicato il 12 novembre 2012 ore 20:20
Seconda candelina per RitmiShow, le orecchie si sono appena raffreddate, ma lo spirito e il calore portato dai visitatori e dagli standisti, quello no. Ognuno avrà certo vissuto l'esperienza in modo personale e insindacabile, ma è innegabile, aleggiava la passione e l'enorme interesse per quanto esposto e per i tanti eventi che hanno arricchito la giornata.
I giorni a seguire, sono sempre i migliori per valutare a freddo un'esperienza emozionante vissuta. Se l'esperienza in questione poi è RitmiShow, beh anche le orecchie necessitano di un piccolo riposino. Il regalo ricevuto dall'ancora giovane RitmiShow, è stato un ambiente decisamente più grande e una ricchezza degna di nota.
Ricchezza dovuta alla meticolosità, pazienza, collaborazione e precisione di tutti gli espositori. Questo ha portato alla creazione di un ambiente stupendo nel quale accogliere l'ondata di batteristi e non, desiderosi vagliare ogni stand nel dettaglio armati delle proprie bacchette (sia mai che uso una misura che non fa per me). Poi si sa, il batterista si fa prendere la mano e - complice il fatto che c'era la possibilità di testare ogni singolo strumento - dal tirare due colpetti "giusto per sentire come suona", all'essere posseduti dallo spirito di Joey Jordison, il passo è stato breve.
In queste circostanze viene fuori la tolleranza e complicità tra batteristi. Ognuno focalizzato sul proprio suonare (certo a discapito di chi transitava lungo gli stand) e pronto, al momento giusto, a far nascere una jam col batterista più vicino. Ci sono state vere e proprie drum battle. Piacevolissima la presenza dei (chissà) batteristi del futuro. Tanti, ma proprio tanti bambini seduti sugli sgabelli a toccare in punta di piedi il pedale della cassa e quello dello hi-hat. Accompagnati dai genitori, probabilmente divertiti quanto loro nel vederli suonare, hanno passato a rassegna praticamente tutti gli stand, con una predilezione particolare per gli strumenti elettronici. Eh, piccoli ma furbi. Con indosso le cuffie, il terremoto percussivo che li circondava, veniva isolato e coperto dal loro suonare.
C'era tanto per tanti e quest'anno era pure possibile acquistare quanto visionato. Mica male eh! Provo tutto quello che ho intorno, e se mi piace lo compro.
Come valore aggiunto, gli eventi. Tanti batteristi e percussionisti si sono alternati sui due palchi riscuotendo un interesse altissimo. Per ciascuno di loro, tanti visitatori interessati (chitarristi compresi). E' stato commuovente distogliere lo sguardo dall'artista di turno per gustarsi le facce sorridenti, soddisfatte e colme di piacere di tutti i visitatori che hanno visitato l'area demo di RitmiShow. L'intimità creata dall'ambiente e la continuità garantita dall'alternanza tra i due palchi, ha creato situazioni molto invitanti. Insomma, poter interagire a poco più di un metro con artisti del calibro di Max Furian, Paolo Pellegatti, Christian Meyer ed Ellade Bandini (impegnati nel Sabian Tour), non è cosa da tutti i giorni. I più attenti avranno notato sicuramente la presenza all'interno dell'area di altri grandi batteristi incuriositi dall'evento.
RitmiShow è ancora molto giovane, essendo appena alla sua seconda edizione, il salto rispetto alla precedente è stato grande e significativo, ma siamo appena all'inizio. E' una macchina da rodare e affinare, soprattutto nel controllo del rumore in sala, ma con alcune messe a punto può diventare una splendida macchina. Ci proveremo.